Parliamo di miele

Cominciamo!

Cosa e’ il miele? Definizione : ” … per miele si intende la sostanza dolce naturale che le api (Apis mellifera) producono dal nettare di piante o dalle secrezioni provenienti da parti vive di piante o dalle sostanze secrete da insietti succhiatori che si trovano su parti vive di piante che essi bottinano, trasformano, combinandole con sostanze specifiche proprie, depositano, disidratano, immagazzinano e lasciano maturare nei favi dell’alveare (decreto legislativo 21 maggio 2004, n.179, attuazione della direttiva 2001/110/CE concernente la commercializzazioe del miele).

Cosa vuol dire? Vuol dire che prima cosa distinguiamo due tipi di miele:

– il miele di nettare di fiori, quello che chiamiamo miele di acacia, miele di tiglio, ecc.

– il miele di melata che e’ fatta dagli zuccheri (successivamente trasformati dalle api come succede per il miele di nettare) escreti – non secreti – da insetti che succhiano la linfa da varie parti della pianta, trattengono alcune sostanze (quelle proteiche) ed espellono gli zuccheri.

Il miele di melata viene spesso detto ‘melata’. Bisognerebbe distinguere la melata di abete, la melata di acero, la melata di sommacco…. ma diventerebbe complicato e per lo piu’ si trova il miele di melata di abete e quello di melata di metcalfa, l’insetto piu’ diffuso che mangia la linfa ed espelle gli zuccheri.

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La seconda distinzione importante che possiamo operare e’ tra i mieli uni- o monoflorali e i mieli cosiddetti di millefiori. I mieli uniflorali sono quelli provenienti fondamentalmente da un’unica e ben determinata specie botanica, hanno cioe’ la composizione (chimico-fisica, analizzabile in laboratorio) e soprattutto aspetto, profumo e gusto (organolettici) strettamente legati alla loro origine botanica dominante. I millefiori sono quei mieli che non possono essere definiti come monoflora, in cui quindi non emerge un aroma particolare, ma abbiamo una composizione di piu’ caratteri, due o piu’. 

I principali mieli monoflorali sono quelli di acacia, tiglio, castagno, tarassaco, eucalipto, girasole, agrumi,  timo, cardo, sulla, melata di metcalfa e melata di abete, ma ce ne sono altri le cui produzioni sono molto limitate e localizzate.

La grande varieta’ di mieli uniflorali e’ garantita dai numerosi microambienti e microclimi che caratterizzano la nostra penisola. La varieta’ va a scapito della quantita’, per alcuni mieli non si puo’ pensare che siano diffusi su vasta scala anche all’estero ed e’ questo il motivo per cui, per esempio, siamo costretti ad importare molto miele di acacia dai paesi dell’Est Europa (concorrono anche fattori di tipo economico, ovviamente).

Se invece pensiamo ai mieli per intenditori, possiamo tranquillamente dire che ogni regione ha le sue specialita’ e all’interno della stessa regione ci sono alcuni mieli caratteristici di aree ancora piu’ristrette, che definiscono un vero e proprio terroir. Per i mieli uniflorali italiani invito a consultare le pagine del sito  mieli d’Italia , mentre per quelli della nostra regione sto pian piano raccogliendo le mie osservazioni sui mieli locali.

Per i mieli di millefiori e’ molto difficile descrivere in poche parole le infinite combinazioni che si possono creare dati così tanti elementi e fattori: le fioriture non sono mai uguali da un anno all’altro e di periodo in periodo, qualche volta prevale una fioritura, qualche volta un’altra. Possiamo dire in linea generale che si trova spesso un millefiori primaverile ambra chiaro, dove sentiamo facilmente il tarassaco, purtroppo a volte la colza, le leguminose varie che vengono utilizzate per il sovescio; seguito da un millefiori estivo via via piu’ scuro con la presenza marcante del tiglio, dell’ailanto, del castagno e delle melate.

Una mia passione e’ quella di studiare di giorno in giorno le fioriture, dalla primavera all’estate innoltrata, dalla laguna di Grado alle colline del cividalese, passando per il Carso isontino e i colli di Gorizia e quelli Orientali. Qui descrivo alcuni dei mieli che ho avuto la fortuna e il privilegio di assaggiare e l’occasione di visionarne i risultati delle analisi polliniche; un modo importante per riconoscere l’origine di un miele anche nelle sue componenti minori, ma non per questo meno importanti visto che anche un 10% di un nettare particolare puo’ marcare il miele in maniera decisiva, e’ appunto l’analisi dei pollini presenti, e anche di questo parlero’ a breve.

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Quest’anno la stagione sta cominciano con molta pioggia e temperature sotto la media. Le fioriture principali che ho visto in giro sono di nocciolo a febbraio marzo, salice, corniolo sul Carso (marzo), biancospino (primi di aprile). Attendiamo le fioriture dei vari ciliegi, speriamo che siano abbondanti! e poi ci dovrebbe essere l’acacia….

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